Parrocchiale di San Vincenzo Martire
Scheda
Nome | Descrizione |
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Indirizzo | Piazza Vittorio Emanuele, 5 |
Telefono | 011.9297100 |
info@parrocchianole.it |
|
Web |
http://www.parrocchianole.it (Apre il link in una nuova scheda) |
La Chiesa di San Vincenzo Martire in Nole è nominata per la prima volta in un documento del 1312.
Gli scavi archeologici, eseguiti nel 1984 sotto la direzione della Soprintendenza archeologica del Piemonte e ampiamente documentati con fotografie, videoregistrazioni, diapositive e rilievi, hanno evidenziato che tale Chiesa esisteva già nei sec. XI-XII, anche se molto più piccola dell’attuale.
Dopo vari ampliamenti, nel 1678 si decise di abbattere la chiesa e il campanile romanici per edificarne altri nuovi.
Grandi lavori di ampliamento e di sistemazione vennero intrapresi tra il 1900 e il 1908 con il rifacimento del pavimento, la sistemazione di un nuovo altare, la costruzione del Battistero, la rimozione dell’atrio per il prolungamento della navata.
Altri lavori vennero eseguiti nel 1964 con le decorazioni a stucco e nuove pitture, nel 1984 con il nuovo pavimento in pietra di Barge .
La facciata è stata costruita nel 1823, mentre il portale è stato inserito nel 1905. In alto nel timpano vi era il mosaico dell’Assunta realizzato nel 1956, andato distrutto. Al centro in 5 nicchie erano poste le statue di San Vincenzo e degli altri Santi venerati nelle cappelle del capoluogo (San Vito, San Rocco, San Sebastiano e San Grato).
Il grave crollo del 2006 ha distrutto parte della Chiesa e l’organo che vantava oltre duemila canne ed era il più grande di tutta la vallata. La sua balconata e la cassa lignea erano state opere delle scuole salesiane di San Benigno nel 1922, lo strumento invece era stato costruito dalla ditta Gandini di Varese sempre nel 1922.
Dopo un lungo e attento restauro, la chiesa è stata riaperta al culto il 22-23 gennaio 2011.
Gli scavi archeologici, eseguiti nel 1984 sotto la direzione della Soprintendenza archeologica del Piemonte e ampiamente documentati con fotografie, videoregistrazioni, diapositive e rilievi, hanno evidenziato che tale Chiesa esisteva già nei sec. XI-XII, anche se molto più piccola dell’attuale.
Dopo vari ampliamenti, nel 1678 si decise di abbattere la chiesa e il campanile romanici per edificarne altri nuovi.
Grandi lavori di ampliamento e di sistemazione vennero intrapresi tra il 1900 e il 1908 con il rifacimento del pavimento, la sistemazione di un nuovo altare, la costruzione del Battistero, la rimozione dell’atrio per il prolungamento della navata.
Altri lavori vennero eseguiti nel 1964 con le decorazioni a stucco e nuove pitture, nel 1984 con il nuovo pavimento in pietra di Barge .
La facciata è stata costruita nel 1823, mentre il portale è stato inserito nel 1905. In alto nel timpano vi era il mosaico dell’Assunta realizzato nel 1956, andato distrutto. Al centro in 5 nicchie erano poste le statue di San Vincenzo e degli altri Santi venerati nelle cappelle del capoluogo (San Vito, San Rocco, San Sebastiano e San Grato).
Il grave crollo del 2006 ha distrutto parte della Chiesa e l’organo che vantava oltre duemila canne ed era il più grande di tutta la vallata. La sua balconata e la cassa lignea erano state opere delle scuole salesiane di San Benigno nel 1922, lo strumento invece era stato costruito dalla ditta Gandini di Varese sempre nel 1922.
Dopo un lungo e attento restauro, la chiesa è stata riaperta al culto il 22-23 gennaio 2011.